Quando parliamo di testi ottimizzati SEO non parliamo solo di articoli e contenuti ma parliamo anche e
soprattutto di informazioni. Se il nostro intento è quello di fornire a Google informazioni dettagliate secondo
le quali analizzare e quindi posizionare le nostre pagine, non possiamo non parlare di microdati. In questo articolo approfondiamo il tema dei microdati, cosa sono e perché usarli.
Cosa sono i microdati
I microdati sono informazioni aggiuntive che riguardano i contenuti di un sito.
Avrai a disposizione:
- Oltre 60 strumenti AI per creare contenuti di qualità
- Più tempo per dedicarti alla creatività, senza frenesia
- Contenuti d’impatto che attraggono lettori e visitatori
Tutto con un semplice click.
Essi vengono comunicati
ai motori di ricerca tramite delle implementazioni a livello del codice. I microdati servono per fornire a
Google delle informazioni in più ed effettuare il markup. Introdotti con HTML5, permettono di markare i
dati che fanno parte di una pagina web. I microdati sono collocati dentro gli attributi dei tag HTML: nello
specifico, span è un contenitore inline, mentre div è un separatore che viene adoperato per realizzare delle
sezioni. Per applicare i microdati non è richiesta una procedura troppo complicata: in relazione a ciascun tag
HTML è possibile prevedere degli attributi specifici per mezzo dei quali gli oggetti semantici possono essere
definiti. A un elemento radice bisogna applicare itemscope e itemtype: il primo è una sorta di contenitore
dell’oggetto che deve essere descritto, mentre il secondo definisce il vocabolario. Infine, c’è l’itemprop, con il
quale viene definita la proprietà destinata a essere valorizzata.
Perché usare i microdati
I microdati offrono un aiuto prezioso per il posizionamento di un sito sui motori di ricerca, e
garantiscono un importante vantaggio competitivo nella Serp in quanto incrementano il Ctr. Perché il
click-through rate viene aumentato? Semplicemente, gli occhi degli utenti vengono attirati dalle informazioni
aggiuntive che vengono mostrate dai risultati di Google. Ecco, quindi, che un risultato munito di microdati è
destinato a beneficiare di un Ctr più elevato, e quindi di un maggior numero di clic, rispetto agli avversari in
Serp, perfino nell’eventualità in cui si trovi alcuni posti più sotto. E, ovviamente, tale circostanza si
concretizza in un numero di visite superiore. Ma non è tutto, perché ci sono altre ragioni per le quali vale la
pena impiegare i microdati: nel momento in cui il tasso del Ctr sale e il numero di visite cresce, Google inizia
a considerare i contenuti proposti come di valore, e quindi reputa il sito una fonte meritevole di attenzione:
ne deriva, quindi, un posizionamento migliore. La SEO, pertanto, è correlata ai microdati, anche se in maniera
indiretta.
I microdati più utili in un’attività di blogging e di content management
Per un’attività di blogging e di content management, gli article si rivelano particolarmente utili: si tratta di
una tipologia di tag semantici (gli altri sono header e nav) che danno la possibilità di strutturare il contenuto
che deve essere pubblicato sulla base di una logica semantica. Così, i crawler dei motori di ricerca sono
agevolati nel comprendere e valutare i significati dei testi. Video, recipies e review sono ulteriori
esempi di come i microdati possano essere sfruttati per attribuire ai contenuti delle etichette, in modo tale
possano essere descritte delle specifiche tipologie di informazioni (basti pensare alle recensioni, per
esempio). Ciascuna tipologia di informazione descrive una recensione, un evento o una persona: insomma,
un tipo specifico di elemento. Le proprietà di un evento possono essere la categoria, il nome, l’ora di inizio e il
luogo di svolgimento.