Riconoscere ed evitare errori SEO in un e-commerce multilingua è una prerogativa della vendita online di successo. Quando si decide di allargare il proprio target oltre i confini del Paese d’origine, spesso si può incappare in scivoloni che potrebbero nuocere al business.
Errori SEO in un e-commerce multilingua
Prendiamo come esempio un e-commerce che nasce per il mercato italiano, per poi espandersi altrove e quindi trasformarsi in multilingua. Avere un sito in lingua inglese non è la chiave per avere un ritorno economico importante, ci sono diverse variabili da tenere in conto.
A livello di strategia, per evitare errori SEO in questo tipo di siti web, si parte dalla comprensione dei motori di ricerca. Sappiamo tutti quale sia il più famoso tra questi, ebbene non è il più utilizzato nel mondo: ha solo un’alta quota di apprezzamento in mercati europei e americani, ma ci sono tanti altri motori di ricerca da prendere in considerazione.
E-commerce: scegliere una lingua
Nella scelta della lingua da utilizzare per l’e-commerce che si estende fuori dai confini nazionali, è fondamentale tenere in considerazione anche i Paesi nei quali si parla tale lingua. Di conseguenza, informandosi tramite analisi di mercato, il passo successivo sarà individuare i motori di ricerca più utilizzati dal mercato estero target.
Questo dettaglio strategico ci aiuta a prendere conoscenza di eventuali competitor, che possono saltare all’occhio sull’uno o l’altro motore di ricerca. Incrociando così i risultati, potremo ottenere un quadro più completo della situazione nonché capire come un prodotto viene cercato attraverso quali parole chiave.
I tool strategici
Esistono diversi strumenti online, gestiti da società esperte di business online, che permettono di visualizzare come un prodotto venga ricercato nel caso di un e-commerce multilingua. Per farlo basta specificare la nazione di produzione e la sua lingua parlata, la keyword relativa al prodotto e il Paese che si vuole analizzare.
Stesso discorso per scovare i competitor: ci sono molti software e tool che offrono una panoramica del mercato attuale, prendendo in considerazione la domanda di un determinato prodotto e non solo.
E-commerce multilingua e keyword
Un altro elemento che non deve incappare in errori SEO nell’e-commerce multilingua è la keyword, o parola chiave. In ottica SEO, la scelta sta alla base di un buon posizionamento nei motori di ricerca, quindi maggiore visibilità per il business senza escludere importanti fette di mercato per errori linguistici. La keyword, ovviamente, va ripetuta nel Title e nella Meta Description del prodotto per potersi inserire in tutte le ricerche sul web.
Quale utilizzare, in caso di espansione della vendita fuori dal Paese d’origine? Per trovare quella giusta, è importante fare un passo indietro soprattutto nel caso in cui ci si voglia piazzare sul mercato USA. Esistono due tipi di inglese: il British English e l’American English, entrambi presentano differenze linguistiche da prendere in considerazione.
La lingua parlata negli Stati Uniti, ad esempio, differisce da quella parlata in UK per circa 4.000 vocaboli e per ortografia. Stesso discorso per il francese, essendo una lingua parlata in Francia, Canada e in parte della Svizzera, con alcune differenze.
L’importanza della traduzione
Quando si va a tradurre i contenuti dell’e-commerce multilingua, dunque, bisogna tenere in considerazione tutte queste diversità linguistiche, nonché le parole chiave della Nazione target. Una buona strategia sarebbe quella di affidarsi a traduttori madrelingua. Non è infatti auspicabile adoperare tools che traducono in automatico, soprattutto perché il contenuto così prodotto non sarà della migliore qualità e spesso sono presenti errori sintattici importanti.
La traduzione andrà operata su testi, URL di categoria e tag, meta tag, alt text delle immagini e ogni piccolo dettaglio dell’e-commerce multilingua. Da prendere in considerazione anche il Customer Care dedicato, nella lingua del target, per dimostrare attenzione al client anche sotto questo punto di vista.
Web localization e URL
In merito alla web localization ci sono due soluzioni: tradurre interamente il sito o crearne diverse versioni, differenziando quindi anche l’URL. Ad esempio, se il sito del nostro e-commerce nasce come dominio “.it”, non ci sarà visibilità al di fuori dell’Italia a meno che l’utente non digiti l’URL completo. In questo caso, è fondamentale acquistare un dominio “.com” o comunque internazionale operando dei redirect pagina per pagina, altrimenti ci si ritrova sempre in Home Page.
Il tag “hreflang”
Per comunicare al motore di ricerca che un sito è destinato ad un pubblico parlante una determinata lingua, entra in gioco il tag “hreflang” (ad esempio). Sia che il sito presenti suddivisione in cartelle o domini e sottodomini differenti come .it o .com, tale tag rende individuabili ai motori di ricerca come e-commerce multilingua in base al destinatario.
In parole povere, la pagina in italiano deve linkare la pagina in inglese e viceversa, per dimostrare la volontà di posizionarsi correttamente sul mercato estero. Anche in questo caso, non siamo protetti da eventuali errori, in quanto i link hreflang possono essere sbagliati o presentare conflitti nel codice sorgente, così come nei valori di hreflang inseriti.